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scorgere le stelle. Quale cambiamento, dentro di lei, intorno a lei!

Quella sera ella aveva rivelato a sè stessa il progetto, prima informe e vago, della fuga e della separazione. Ora... ora tutto ciò che era accaduto le pareva un sogno. Perchè nella vita si muta così? Anche Antonio non era più lo stesso: egli medesimo lo confessava.

«Ero un fanciullo, e non lo sapevo». Ora... ora egli raccontava una storia, ma Regina, ascoltandolo, provava una inesplicabile impressione: le sembrava che egli mentisse. Perchè mentiva? Ella non sapeva... non sapeva... e neppur cercava di spiegarsi la sua diffidenza, ma sentiva che la storia narrata da Antonio non era vera. E ne provava una vaga angoscia. Avrebbe preferito che Antonio avesse davvero giocato, e avesse perduto o vinto — poco importava — purchè ora non mentisse.

Egli proseguì:

— Il bello viene ora, senti. Quando mi trovai con le duemila lire formai altrettanti progetti. Volevo venire a raggiungerti, volevo giocare ancora: le misi a disposizione di Arduina perchè, come ti dissi, mi procurasse un posto di segretario di gabinetto. Poi, nei giorni in cui andai alla Borsa per l’affare della principessa, comprai cinque azioni della Società del carburo italiano: allora valevano trecento lire l’una; oggi, sai quanto valgono? Sai?

Suo malgrado Regina si turbò. Antonio s’era alquanto curvato sopra di lei, e sebbene la sua voce risuonasse calma, quasi indifferente, ella sentiva qualche cosa d’insolito fremere in lui.

Ella dimenticò l’impressione di diffidenza che