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Un anno passò: nulla di straordinario, in apparenza, avvenne. Durante quell’inverno Regina non frequentò la società; non volle veder nessuno: non andò più neppure dalla suocera, con la scusa che le scale la facevano soffrire; e se Arduina veniva a trovarla, ella ordinava alla domestica di dirle che in casa non c’era nessuno! Riconosceva la sua ingratitudine, perchè dopo tutto era ad Arduina che Antonio doveva il suo posto presso la principessa, ma Regina non poteva vincere la ripugnanza e l’antipatia che tutti i parenti del marito le destavano.
Durante la gravidanza ella cadde in una specie di letargo morale; non le dispiaceva il suo stato, nonostante i suoi continui disturbi fisici, ma l’idea della maternità non la esaltava. Lungo l’inverno ella divorò una enorme quantità di romanzi, che suo marito le portava dalle biblioteche: stava ore ed ore accanto al caminetto mobile che Antonio aveva fatto collocare in uno dei salotti, sola e tranquilla.
Antonio usciva la mattina, spesso mentre ella dormiva ancora; rientrava appena a colazione, usciva di nuovo, ritornava verso sera, dopo essere stato qualche ora a studiare nel suo ufficio, od a sbrigare gli affari della principessa. Regina aveva finito con l’abituarsi alla sua solitudine.
Tutto procedeva bene, troppo bene forse. Oltre il suo doppio stipendio, Antonio diceva di guadagnare anche qualche cosa dai lavori stra-