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commercio, per la guerra. Però, messa una volta sull’attenti, madame cominciò a sospettare e mi fece la proposta che ti ho detto. Le dissi senz’altro di passare a me le distinte delle operazioni finanziarie giornaliere che il cavaliere avrebbe compiuto per di lei conto: le avrei controllate spassionatamente. La mattina dopo madame mi mandò la distinta nella quale, fra altre operazioni, figurava: scontata cambiale di marchi 10,000 a lire 123,20, acquistato 8 azioni dell’Acqua Marcia a lire 1465. All’ufficio consultai i prezzi di Borsa riportati dalla Gazzetta Ufficiale e mi accorsi che differenziavano da quelli della distinta; non contento di questo, all’ora della colazione, corsi alla Camera di commercio, mi feci dare un listino di Borsa del giorno precedente e constatai vere le differenze già rilevate. Il cambio su Berlino era di lire 123,37 e le azioni dell’Acqua Marcia erano quotate in Borsa a lire 1460. Dopo un breve calcolo accertai che il cav. R*** aveva approfittato sulla differenza dei prezzi per lire 57. Allora mi feci dare da madame la distinta delle operazioni di riporto alla fine del mese di giugno, che essa teneva confusa in mezzo a carte inutili e giornali, e colla scorta dei bollettini di Borsa e di altre notizie procuratemi da un agente di cambio mio amico, potei dimostrarle che in tale operazioni il cav. R*** aveva approfittato per oltre un centinaio di lire.
— E poi?
— E poi? Madame mi ringraziò caldamente; mi disse che coglieva ora l’occasione della sua partenza per esonerare il cav. R*** dai suoi segnalati servigi. Al ritorno, almeno così mi ha