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offro i miei servigi. Essa doveva partire il dodici, avantieri: io sono andata da lei il cinque. Io le ho parlato chiaro; le dissi che l’azione di sorvegliante non mi sembrava molto delicata, ma che accettavo perchè costrettovi da imprescindibili bisogni. Ella mi convinse che, se mai, l’indelicatezza era da parte del R***, e mi disse che se io riuscivo a esserle utile me ne sarebbe stata gratissima. Questo il giorno cinque, il giorno nove io ho le prove che realmente il cav. R*** giocava coi denari di madame, più per conto suo che per conto di lei.

— Come hai fatto? — domandò Regina, alla quale il racconto di Antonio dava un vago malessere.

— Ora ti spiegherò... Devi sapere che madame, per quanto parecchie volte milionaria, non capisce nulla di operazioni di Banca, di Borsa, d’amministrazione e di contabilità. Naturalmente deve rimettere tutti i suoi altari nelle mani di persone fidate, o, per dir meglio, di persone delle quali ha illimitata fiducia, ed accettare tutte le loro proposte ed i risultati delle loro operazioni senza alcun controllo. Il cav. R*** da molti anni serviva la principessa e certo nei primi tempi deve essere stato scrupoloso nelle operazioni finanziarie che faceva e nella resa dei conti, ma poi, accortosi che ella accettava ad occhi chiusi tutti suoi rendiconti, avrà pensato d’approfittarne. Marianna però da qualche tempo osservava che i profitti delle operazioni finanziarie andavano sempre più diminuendo, ciò che il cav. R*** giustificava per le speciali condizioni dei mercati esteri, per la crisi monetaria, per la rottura di trattati di