Pagina:Deledda - Nostalgie.djvu/183


— 173 —


Cara mia, le cose fatte sul serio toccano sul serio. Basta, cancelliamo il passato, come dice il maestro. Del resto, devo dirti una cosa. Forse la tua epistola ci ha fatto anche del bene. Io ho capito subito che, in qualche modo, tu avevi ragione: tutti si arrangiano meglio che possono: tutti brigano, tutti spingono... «Va via tu, chè ci voglio star io!» Aspetta, dissi fra me, possibile che anch’io non riesca a far qualche cosa? Allora comincio a brigare: metto su Arduina, la faccio galoppare tutto il giorno, la mando dal senatore, dalla principessa, dai suoi amici giornalisti e deputati...

— Non ti farò il torto di credere che tu le abbi detto... — interruppe Regina.

— Io non le dissi che questo: «Bisogna che io entri nel gabinetto di qualche ministro: cammina. Procurerò sei abbonati al tuo giornale, fra i miei colleghi». Essa rise e si mise in marcia. Mossi anche altre pedine; ma tutto fu inutile. Tutti i posti erano occupati. Però Arduina mi suggerì un’idea. Se ricordi, una sera la principessa mi mandò a chiamare per chiedermi certe informazioni di Borsa. Io capii benissimo che madame dubitava del cav. R***, il quale gioca da tanti anni per conto di lei. Ora, Arduina, che in fondo non è una stupida, aveva capito che io avevo assoluto bisogno di migliorare la nostra condizione. Cosa fa? Esplora Marianna, e mi conferma che madame ha davvero dei dubbi sull’onestà del cav. R*** e che vorrebbe mettergli qualcuno alle spalle per sorvegliarlo. «Perchè non cerchi di diventare l’uomo di fiducia di madame?» dice Arduina. Allora vado io stesso dalla principessa e le