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affrettò il passo per nascondere alla sorella le sue lagrime cocenti. Ah, egli non rispondeva, egli non avrebbe risposto mai più!
*
Ma il sole dell’indomani dissipò le paure infantili, i terrori, i rimorsi di Regina.
— Oggi o domani riceverò la sua lettera, povero Antonio! — pensò ella svegliandosi nella sua antica camera, la cui finestra dava verso l’argine.
Una rondine, che usava dormire sul ferro delle tendine, svolazzò per la camera e andò a picchiare col becco sui vetri chiusi.
Regina sentì una gioia profonda nel riveder la rondine; si buttò dal letto, aprì la finestra e la visione del paesaggio accrebbe la sua gioia: allora ella, quasi spinta da un impulso irresistibile, scappò di casa e corse pei campi, immergendosi come in un bagno inebbriante di verde, di sole, di rugiada. Vagò pei viottoli coperti d’erba, al cui ingresso due pioppi giganteschi ergevano le colonne dei loro tronchi bianchi e mescolavano le cime in un culmine tremolante; e passò lungo i fossi popolati di famiglie d’anitre tranquille. Le chioccioline strisciavano, lasciando sull’erba le loro tracce argentee: i picchi, rifugiati sui pioppi, pareva segnassero col loro picchiettìo il batter del tempo nella serenità dello spazio e della solitudine.
Come la sera alla luna, ora ogni filo d’erba, ogni foglia, ogni sassolino brillava al sole: il fiume proseguiva il suo corso maestoso, sol-