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Ma Regina si sentì stringere il cuore. Sarebbe venuto davvero Antonio? E se egli invece, offeso a morte, non veniva? Ma no, neppure a pensarci...

Prima di percorrere la breve fuga assiepata, che dal villino conduceva all’argine, ella si fermò a contemplare il bellissimo paesaggio fluviale illuminato dalla luna. Pareva che un velo si fosse sollevato: tutto ora appariva chiaro e puro; l’aria era diventata fresca e trasparente come un cristallo. Si distingueva il verde-nero dell’erba, il verde-grigio dei salici: l’acqua dei fossi rifletteva la luna e i tronchi chiari dei pioppi le cui foglie metalliche ricamavano lo sfondo vellutato del cielo. 11 villino, bianco tra il verde ancora intenso del prato, intorno al quale pareva che la vite slanciasse i suoi festoni da un albero all’altro, inseguendosi e allacciandosi per una silenziosa danza notturna, apparve piccino piccino a colei che tornava dalla città delle case enormi. Ma il paesaggio, vasto e circolare come l’alto mare veduto da un piroscafo viaggiante, — e il grande fiume paterno, sparso di isolette fantastiche, chiuso da linee solenni di boschi, e l’orizzonte, in fondo, con qualche torre bianca sfumata nel vapore lunare, le allargarono l’anima con la loro pura immensità.

Gruppi di lucciole luminosissime attraversavano l’aria, simili a piccole stelle filanti: si udiva lo scroscio dei molini; si respirava la frescura e la dolcezza dell’acqua corrente. Tutto era pace, trasparenza, purezza. Eppure Regina trovò qualche cosa di mutato anche nel grande e sereno paesaggio, come nel viso di