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Col sopravvenire del caldo crebbe la malinconia, la nostalgia, la nervosità di Regina. Di notte Antonio la sentiva voltarsi e rivoltarsi nel letto, e qualche volta gemere sommessamente. Una notte ella gli confessò che soffriva al cuore.

— Mi palpita per ore ed ore, e mi tronca il respiro. Pare voglia aprirmi il petto e uscir fuori. Devono essere le scale: non ho mai sofferto di palpitazione.

Egli, allarmato, voleva condurla da uno specialista: ma ella si oppose.

— Mi passerà... appena sarò partita.

Stabilirono la partenza di lei per gli ultimi di giugno: in agosto Antonio sarebbe andato a raggiungerla rimanendo con lei una quindicina di giorni.

— Se avremo abbastanza denari, al ritorno passeremo e resteremo qualche giorno a Viareggio.

Regina non disse ne sì nè no. In quei primi sette mesi di matrimonio i due sposi avevano risparmiato solo duecento lire, che a mala pena bastavano per il viaggio, ma Antonio sperava mettere da parte qualche altra cosa durante l’assenza di sua moglie. I giorni passavano; Roma si spopolava rapidamente, benchè a un breve periodo di caldo fossero seguite ancora delle pioggie incessanti e nojose. Antonio contava i giorni.

— Ancora dieci, ancora otto giorni... e te ne andrai! Come farò io solo, solo, per un mese!

Ella s’irritava quando egli parlava così; pa-