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sulla montagna | 81 |
glie delle felci che paiono di vetro giallo. La pioggia passa, le nuvole si sciolgono, grandi nembi di cielo azzurro illuminano l’atmosfera.
Un occhio di fuoco appare in lontananza. È il sole fra le nubi che, prima di tramontare, ci manda un ultimo sorriso, un ultimo scintillìo così vivido che pare una pioggia di diamanti. Sul cielo, sul bosco, sulle montagne passa un bagliore di fiamma che incanta.
Poi il sole tramonta, lasciando dietro di sé un solco luminoso; un mantello di porpora e d’argento.
E viene il crepuscolo con le sue ombre cineree: nella valle brillano i fuochi di lontani pastori, e sul cielo, ove al raggio del sole sparvero le nubi, appaiono le prime stelle della sera. I cavalli scendono galoppando dalla montagna e spariscono giù come macchie brune. I grilli mandano il loro primo stridìo dal ritmo monotono, e i massi, gli alberi, le macchie di lentischio assumono nell’ombra strane forme nebbiose, d’immensi fantasmi, di rovine, di giganteschi nuraghes, di torri nere e misteriose. Siamo scese: ci sediamo stanche e silenziose, ravvolte nei nostri scialli e guardiamo la montagna, la valle, l’orizzonte. Il cielo è limpido, la terra bruna, e su tutte le cose regnano i primi silenzi della notte.