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vita silvana 69


mettente una vita di delizie, la vera vita, ardente e piena di piaceri e di meravigliose sorprese: fa sempre impressione, desta nell’anima una desolata malinconia il dire addio alla povera, deserta e solitaria terra ove si è passata l’infanzia, il lasciare per sempre i luoghi che conoscevamo in tutta la loro estensione, in ogni cespuglio, in ogni rupe, nei quali vagavamo liberamente, come se la loro azzurra e verde solitudine, animata solo da noi, ci appartenesse, fosse il lembo della terra destinato alla nostra esistenza.

Due lagrime spuntarono negli occhi di Cicytella, caddero nel mare... Il bruno profilo dell’isola che la fanciulla considerava come sua patria era diventato indistinto... anche i cespugli anneriti avevano tremolato un’ultima volta sul cielo, fatto color d’oro dai raggi della luna falcata, come per restituirle l’addio: poi tutto era sparito.

— Addio, addio, Sardegna...

Giacomo si avvicinò alla melanconica bambina.

— Cicytella — le disse posandole una mano sul capo — perché sei così triste, perché piangi?

Cicytella si sollevò, e stese la mano verso l’isola.

— È sparita, babbo, è sparita! La rivedrò forse? Rivedrò le mie pianure ondulate, le mie valli coperte di vigneti, d’ulivi, di mandorli, di pervin-