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64 | nell'azzurro |
chiesta in isposa, e poiché l’ho sdegnosamente rifiutato, così ora minaccia di vendicarsi.
— Ma sei sicura che sia lui?
— Sì! Riconosco la scrittura. Lo temo... ho paura!
Giacomo la rassicurò, convinto invece che quella lettera fosse di qualche amica invidiosa; tuttavia, una settimana dopo, due giorni prima delle nozze, ebbe lui stesso qualche timore, perché a tarda sera, nel ritornare a casa sua, fu fermato per strada da un uomo grande, pallido, con gli occhi neri scintillanti.
— Così dunque — disse questi con voce bassa, ma minacciosa — lei è deciso a sposare la signorina Fosca?
— Sicuro, fra due giorni! È forse lei che scrisse la lettera anonima alla mia fidanzata?
— Sì! E son fortunato di ripetere a lei, a voce, ciò che la lettera dice. Se Fosca diventa la signora Viola mi vendicherò terribilmente. Glielo giuro...
Giacomo trasalì d’ira, quasi spaventato dal feroce accento di quelle parole, e ricordandosi dei sanguinosi insulti che la lettera conteneva a suo riguardo, spinto da un impeto d’indignazione, diede uno schiaffo al suo rivale; ma uno schiaffo così potente, così sonoro, così nervoso, che tutta la sua persona fu agitata come da una scossa elettrica.