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vita silvana | 63 |
che non avrebbe trovato più nulla in fondo all’anima sua se non quando Fosca fosse stata la compagna della sua vita.
Ebbe a lottare con la volontà della sua famiglia, perché la fanciulla apparteneva ad una modesta, quasi povera famiglia borghese, mentre lui era nobile e ricchissimo; ma riuscì a vincere questa volontà.
Chiese Fosca in isposa. Fu accettato con gioia, tanto più che la fanciulla lo amava.
Otto giorni prima delle nozze la trovò triste, cupa, con gli occhi rossi di pianto, e le chiese il perché.
— Giacomo — ella rispose — temo una grande sventura.
E gli mostrò una lettera anonima giuntale la mattina.
Nella lettera, fra mille parole violente, fra mille minacce le si ingiungeva di rifiutare Giacomo.
— Ma costui è qualche pazzo — disse lui sorpreso, poi con un sorriso: — a meno che non sia qualche amica invidiosa...
Fosca si mise a piangere mormorando:
— No, no! È un uomo, capace di uccidermi, di ucciderti, se non obbedisco alla sua volontà. Si chiama... — e disse il nome di un giovine. — Mi ha