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vita silvana 61


figlia quando era stata rapita, quando si chiamava Luisina Viola.

***

Non è possibile descrivere la scena che seguì quando Giacomo rinvenne dopo il suo lunghissimo svenimento.

Si guardò attorno meravigliato, non ben memore di ciò che era accaduto, e l’atteggiamento dei compagni, per un momento immobili sullo sfondo abbagliante del cielo e dei boschi smaltato dal sole, lo colpì tanto che più tardi ne fece un bellissimo quadro ammirato in una delle ultime esposizioni d’Italia.

Ma quando vide Cicytella si ricordò di tutto: balzò in piedi, roseo in viso, palpitante, e le tese le braccia, come se non avesse potuto avanzare verso di lei. La bambina vi si precipitò esclamando:

— Babbo, babbo mio!... Non è vero che sei il mio babbo? Sì, perché da un’ora sento nel mio cuore riempirsi rapidamente il vuoto che vi regnava dalla morte del mio primo, ovvero del mio secondo babbo, di zio Bastiano!... Sì, tu sei il mio babbo; io ti amo... Dov’è la mia mamma? La mia mamma è morta?...

Guardò ansiosamente gli occhi dell’artista qua-