Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
44 | nell'azzurro |
tella s’interrogava se mai sapeva il significato di quella parola.
— Non so come si fa a dipingere — ella disse con semplicità — ma so che dipingere significa fare le figure che si vedono nei quadri...
— Ma bene: bene! Questo signore vorrebbe dipingere la tua capanna, le tue pecore, i tuoi alberi. Lo vuoi anche tu? Ne hai piacere?
— Ma sì, immenso piacere! Verrà anche don Martino?
— Sì, ma per oggi è impossibile. È tardi e don Martino deve cantare il vespro. Domani verremo a cavallo alla tua capanna.
— Oh, che piacere!
Giacomo la guardava sempre: tutto lo colpiva; dalla espressione degli occhi al movimento delle labbra; dal colore strano dei capelli, al più strano accento della favella di lei.
Don Martino li raggiunse. Un’infinità di complimenti seguì fra lui e la bambina che egli chiamava «figlia mia». D’un tratto disse:
— Questo signor Giacomo è ricco, non ha figli e vorrebbe averne: non è vero, signor Giacomo? Vuoi andare con lui, Cicytella? — e ammiccò con malizia, per far capire al pittore che Cicytella s’arrabbiava quando le parlavano di lasciare la campagna. — Nella sua città, grande come tutta l’e-