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dieci anni felicissimo: pensò che moriva con un solo dispiacere, lasciarla cioè quasi sola sulla terra, e rivolgendo uno sguardo a Francesco, per raccomandargliela un’ultima volta, fece un gesto perché si allontanasse.

Per tre giorni Cicytella pianse e pregò, fece altarini di musco e di fiori ai suoi santi prediletti, accese la lampada alla Madonnina che adorava, ma il Cielo non ascoltò le sue fervide preghiere. L’ora di Bastiano era suonata e Bastiano morì, non ostante le cure del dottor Azzo; morì da cristiano, raccomandando a Dio ed a zio Francesco la sua diletta Cicytella.

Il corpo del vecchio pastore fu portato al villaggio e sepolto onorevolmente nel cimitero. Cicytella si mostrò forte nel dolore: pareva fosse lei a far di tutto perché le esequie del suo vecchio amico riuscissero imponenti: comprò la terra che doveva ricoprirlo e vi fece piantare una croce di ferro.

Poi ritornò, non ostante le preghiere di don Martino che voleva ritirarla in casa sua, alle sue montagne, alla sua capanna, fra le sue pecore, alla sua vita solitaria e tranquilla, fra i silenzi azzurri del cielo e della campagna.

Ogni domenica però veniva al villaggio: faceva le sue divozioni, le sue visite, poi pregava vi-