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28 | nell'azzurro |
sì ho pensato al tuo avvenire. Tutta la tanca che ora occupiamo col nostro bestiame è mia e sarà tua, come è mio e sarà tuo l’ubertoso pascolo che lasciammo nella pianura, prima di venir qui. Tu sai leggere. Ecco qui, in questa scatola di latta, il mio testamento.
— Ma allora siete ricco! — esclamò Cicytella giungendo le mani. — Ed io credevo che non avessimo che il cavallino, le pecore e i cani!
— Non è ancora tutto lì, cara Cicytella. Tu sei forte, vigorosa, istruita, sicché col prodotto delle tue pecore, senza pagare affitti di pascoli, potrai vivere bene, anche dando, se così vorrai, le tue pecore ad un altro pastore col quale dividere le rendite: inoltre ho pensato a procurarti qualcosa per il giorno in cui ti avrei lasciata sola. Ecco i miei risparmi. Sono duecento scudi!
Trasse dalle sue vesti una cassettina di ferro, una specie di salvadanaio, e gliela diede, mentre ella passava di meraviglia in meraviglia. Sino a quel giorno si era creduta poverissima, ed invece vedeva che poteva brillare fra le più ricche fanciulle del villaggio. Due tanche, cento pecore, duecento scudi, un cavallo, due cani!
Zio Bastiano fece chiamare l’altro pastore, e stendendogli la mano esclamò:
— Francesco, sei stato sempre il solo mio ami-