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vita silvana | 13 |
del bosco che scintillavano in silenzio ai raggi della luna, anche il cielo sereno, verdognolo e trasparente, senza sfumature, chiuso fra le alte siepi fiorite, anche i grandi fiori della montagna dal forte profumo, e i grandi massi bruni e le roccie coperte d’ellera e di muschio che nella penombra della luna parevano castelli e torri rovinate.
Bastiano gustò a lungo l’incanto di quella notte di argento, poi si ritirò: guardò ancora la piccina e si stese sulla stuoia mormorando:
— Cicytella!
L’indomani scese al villaggio con la bambina, e in breve tutti furono informati dello strano modo in cui il pastore l’aveva trovata: figuratevi il subbuglio, la confusione, le ipotesi, le opinioni, i pareri di tutta quella buona gente che per due o tre giorni non pensò più ai fatti suoi parlando di Cicytella. Ma nessuno l’aveva perduta, nessuno la conosceva, nessuno aveva sentito parlare, neanche nei vicini villaggi, di quello smarrimento madornale.
In questi tempi si sarebbe subito ricorso ai giornali, ma allora i giornali erano cosa rara nel centro della Sardegna e Bastiano ignorava del tutto la loro esistenza. Quindi comprò un completo corredino per la bambina e se la riprese alla montagna.