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132 nell'azzurro
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Domani la prima visita che farò sarà alla mia casa paterna.

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30 Luglio.

Oggi, solo dopo tre giorni ho fatto quella santa visita.

La nostra casa — dico ancora la nostra benché non lo sia più, essendo stata venduta da mio fratello ad un signore di R... prima ch’egli lasciasse e per sempre la nostra città — è posta quasi sul limite di R... in una via deserta e solitaria, accanto ad altre piccole palazzine, tutte circondate di orti ai quali, per i grandi alberi che li ombreggiano, danno qui il nome pomposo di giardini, non ostante i grossi cavoli e le cipolle che vi crescono.

Attualmente nessuno abita la nostra casa: dalla famiglia che la possiede, ma che l’affitta ad altri, ottenni subito le chiavi, e mi ci volli recare sola.

Trovai quasi irriconoscibile la via, allargata, selciata, pulita, piena d’aria e di sole, ma sempre deserta e disabitata perché, come dissi, fuori del centro; vi sono case nuove, alte, colorate: tutto è trasformato, anche la nostra casa, sì, anch’essa! La lasciai tinta d’azzurro, vecchio azzurro a cui il tem-