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una terribile notte 107


pietra, tanto grande da lasciare un vuoto in cui potevano passare due uomini... Ardo diventò bianco bianco e indietreggiò con spavento.

Aveva riconosciuto quell’angolo, quel sotterraneo.

Era una tomba! — Vicino alla colonna ove Andriana aveva appiccata la lanterna stava un cesto, un largo cesto a cui era attaccata una fune.

Impossibile descrivere con vere tinte quel lugubre quadro: Ardo così stranamente vestito, così spaventato, Andriana che levava la lastra dalla tomba, l’arco della chiesa illuminato dalla luce tremula e violacea della lanterna appesa sotto un quadro vecchio, nero; la colonna scintillante al riflesso di quella luce, il suolo lambito da lunghe e tremule striscie di penombra, d’ombra e di luce, a guisa di ventaglio!

— Ma che cosa è questa... faccenda?... — domandò Ardo con terrore sempre più crescente.

— Hai paura? — chiese Andriana, accarezzandolo. — Ma che pazzo che sei. Non hai temuto i fantasmi della valle, non la bufera e tremi qui? Ecco di che si tratta: oggi, qui, hanno sotterrato una signora, una giovine dama, ricchissima, nobile, sposa... L’hanno appunto vestita da sposa e nel dito anulare della mano destra le misero un anello coi diamanti, che vale almeno mille scudi.