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sul molo. Il luogo era dolce e romantico: un balcone della casetta guardava sul porto verde e quieto come un prato chiuso dalla cornice della riviera violacea disseminata di ville bianche e rosee: dal lato opposto una terrazza si sporgeva sul mare melanconico le cui onde luminose si frangevano contro i blocchi bianchi del molo e più che infuriarsi pareva si divertissero por l’ostacolo che metteva fine al loro monotono andare. Le case nere, con le loro piccole finestre irregolari, i balconi di ferro arrugginiti, la torre che sorgeva allora in principio del molo, davano a quell’angolo di spiaggia un aspetto romantico; Lia si sporse alla terrazza e le parve di essere in un vecchio castello in riva al mare, luogo propizio a un idillio melanconico.

Verso sera mise a letto Salvador, chiacchierando e scherzando come se in vita sua non avesse fatto altro che trattar con bambini, e s’indugiò presso il lettuccio vinta dall’arcano timore di trovarsi poi sola con suo marito.

Suo marito! Ella non poteva convincersi ancora di non esser più sola davanti alla vita.

Salvador chiacchierava addormentandosi, e i suoi occhi si spegnevano come stelle al tramonto mentre il suo visino delicato, le sue manine brune, tutto il suo corpicino agile e liscio aveva alcunchè di molle e di tenero, come un fiore che comincia ad appassirsi.

Justo andava dal lettuccio al balcone, e quan-