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Aveva appena finito di leggere quando sentì rientrare gli sposi: Salvador rideva, nascosto dietro un uscio, Costantina gittava alcuni chicchi di frumento sulla sposa, gridando:
— Buona fortuna, buona fortuna!
Egli si affrettò a rimettere il foglio dentro la busta, ma per quanti sforzi facesse non riuscì a chiudere il cassetto. Un fruscio attraversò come un lieve soffio di vento il corridoio, e Lia, vestita di bianco e con un cappello di violette, s’avanzò rapida e si curvò per baciarlo. Ma egli, arrabbiato col suo cassetto, non le badò, ed ella ebbe tempo di vedere il plico giallo coi sigilli rossi: pensò che quello fosse il testamento di lui, e ancora una volta si sentì come respinta da un soffio gelido e si sollevò senz’aver potuto baciarlo.
*
Nel pomeriggio gli sposi e Salvador partirono per Anzio. Fu un viaggio di nozze molto sereno; solo di tanto in tanto Lia s’inquietava perchè il bambino si sporgeva dal finestrino dello scompartimento, e Justo pensava allo zio Asquer che si era mostrato, anche in quel giorno, indifferente e quasi ostile e non aveva badato alle proteste di affetto e alle promesse del suo nuovo nipote.
Ad Anzio andarono ad abitare in una casetta