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Con meraviglia ella vide che il padrone non solo non s’inquietava oltre, ma chinava la testa, come colpito, dai rimproveri e dalle osservazioni di lei. Finalmente mormorò:

— Anche la madre di Lia ha voluto sposare un uomo che non amava: poi s’è pentita, ma era tardi. Lia non può amare quell’uomo....

Faula! — ripetè la serva. — Signoricca è innamorata.

— Va a chiamarla!

Quando Lia entrò, fermandosi davanti a lui come in attesa di ordini più che di parole amorevoli, egli sollevò il viso e i suoi occhi smorti ripresero per un momento la loro antica vivacità. Ella era più bella del solito: un attillato vestito di flanellina rossa e una catenella d’oro al collo bastavano per renderla elegante e dar risalto alla sua grazia orientale: lo zio parve guardarla con meraviglia e accorgersi solo allora del cambiamento di lei.

— Te l’ha regalata lui? — domandò, accennando alla catenella.

E subito, mentre Lia toccava il piccolo dono e arrossiva, egli tornò a curvare la testa e disse:

— Perchè, Lia, mancate di confidenza? Mi considerate già come morto?

— Zio, zio! — ella gridò con impeto, ma tosto si dominò, e aggiunse: — voi non volete.... voi avete respinto la domanda....

— Che domanda?