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Allora il ricordo del suo vicino di casa non l’abbandonò più; e piano piano, senza ch’ella lo volesse, l’amore nacque nel suo cuore come nasce il filo d’erba sulla roccia. Una notte sognò di trovarsi ancora davanti al suo mare selvaggio, sotto il palmizio; a un tratto la figura del vedovo apparve in lontananza e si avanzò lentamente su per il sentiero; le si sedette accanto, le prese una mano, avvicinò il viso al viso di lei e la baciò, senza dirle una parola; e rimasero così davanti al mare infinito, finchè la stessa emozione profonda ch’ella provava non la svegliò.

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Questo sogno fu come il lievito che fermentò la sua passione fantastica. Il veleno dolce ed acre del desiderio le agitò il sangue, e un giorno, in settembre, nel rivedere all’improvviso il suo vicino di casa e nell’incontrarne lo sguardo, provò la stessa sensazione violenta che l’aveva svegliata dal sogno. Le parve che egli l’abbracciasse con lo sguardo e che le loro anime s’unissero come in un bacio. Rimase a lungo immobile davanti al cielo rosso del tramonto, vinta da un sentimento di gioia mai provato; per la prima volta, dopo anni ed anni di solitudine, sentiva il legame che la univa ai suoi simili, e le sembrava che finalmente anche per lei il mondo si popolasse di spiriti amici.