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— Non pensate a me, zio! No.... no.... non ci pensate!...
— Possiedi qualche cosa?
Ella si meravigliò di questa domanda, e rispose sottovoce:
— Mi pare di avervi già detto che ho una casupola e una vigna. Ma adesso la vigna è distrutta e la casetta è quasi una rovina.
— Che cosa fa tua zia Gaina? Ricordo che parlava molto, ma concludeva poco.
— Fa il pane per venderlo. Vive di questo.
— Tu non hai avuto proposte di matrimonio?
— Sì (ella ricordò con ripugnanza i suoi pretendenti). Due.... un giovane proprietario, abbastanza ricco ma ubbriacone, e il maestro di scuola.... un uomo di cinquant’anni!
— Fosse stato giovane, si poteva ajutare: ma ad un uomo di cinquant’anni, che per di più pensa ad ammogliarsi, non c’è che da porgere una corda perchè si impicchi!
Lia si mise a ridere; ma lo zio Asquer parlava serio, quasi tragico.
— Non ti venga mai in mente di sposare un uomo vecchio o uno che non abbia una posizione sicura: il matrimonio è l’atto più tragico della vita, e sovente le donne, sposandosi, imitano la farfalla che la fiamma attira e brucia.
Lia, che sognava l’amore senza però sperare in un matrimonio ideale, approvò con un cenno del capo, ma non osò parlare dei suoi sogni. Che