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— Sì!
— Dimmi Li verità, non senti la nostalgia? Ti dispiacerebbe ritornare in Sardegna?
— Perchè dovrei tornarci? Non siete contento di me, zio?
Ella attese con ansia la risposta che tardava.
— Ma un giorno o l’altro.... addio, zio Asquer! Hai pensato a questo, Lia? Io feci male a non dirti subito che io non ero più svelto e pieno di salute come un giovinetto; ma avevo paura che tu credessi il mio invito dettato da un moribondo. D’altra parte, adesso, visto che tu ti affezioni troppo alla vita di città, ne provo rimorso.... Lia, io non ho molti giorni da vivere, e non sono un egoista, come forse sembro....
— Perchè pensare all’avvenire? — disse Lia, pallida e turbata. — Voi state bene, e forse camperete più di me. Io, poi, sarò contenta dappertutto, basta che siate contento voi.
— Brava! Son le ragazze delle novelline educative che parlano così; ma quelle son ragazze che per lo più non esistono. Ragioniamo, invece, giacchè abbiamo cominciato; io non volli scriverti le mie intenzioni perchè tu non mi conoscevi nè io ti conoscevo, e quando due non si conoscono e fanno un progetto da eseguirsi assieme, sono entrambi o sciocchi o in mala fede. Io pensavo: lasciamola arrivare, lasciamo che ella giudichi da sè lo stato in cui io mi trovo e l’ambiente in cui ella dovrà vivere. Tu sei qui da tre setti