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ove s’aprivano, come sulle facciate d’un castello, finestruole, feritoie, loggie e balconcini fioriti, e a poco a poco si rianimava e a sua volta interrogava la serva.

— Sei da molto al servizio di mio zio?

— Da sei mesi: egli mi prese perchè come isolana potevo far compagnia a vostè, che doveva arrivare dalla Sardegna, Se non avessi avuto questa speranza, dell’arrivo di vostè, sarei scappata cento volte. Il mio padrone è un tormento: basta dirgli; questo è bianco; perchè lui risponda: no, è nero!

— Sei da molto a Roma?

— Da un anno, signorina! Son venuta perchè ho bisogno di guadagnare, e il bisogno fa correre la lepre anche attraverso il mare.

Ella raccontò una lunga storia, di un suo fratello soldato, disertore, che era riuscito a tornarsene nell’isola e a nascondersi sulle montagne, come l’aquila scappata da una gabbia; ripreso, degradato e condannato, la famiglia s’era rovinata per lui, e la sorella, da ragazza benestante, ridotta al grado di serva... Negli occhi di Costantina, mentr’ella parlava, splendeva lo stesso raggio di nostalgia che aveva spinto il fratello a disertare; e questa sua passione per la terra natia era il difetto che maggiormente urtava il suo padrone. Ma ella sopportava tutto pur di raggranellare il suo gruzzolo e tornarsene laggiù, dopo quella sua specie di emigrazione,