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straniero che non ha una posizione sicura, nè, credo, un carattere che possa andar d’accordo con quello di lei. Io finora ho fatto il possibile per convincer Lia a non commettere un simile errore; ma non sono riuscito a nulla. Niente di buono io prevedo da questo matrimonio troppo disuguale.... Un giorno forse — Dio non lo voglia — Lia cadrà in miseria. Prevedendo questo caso, io le lascio una rendita che la aiuterà a vivere. Ma desidero, e lo impongo a te che hai fatto da madre a Lia, di non far conoscere la mia volontà a nostra nipote finchè essa avrà da vivere altrimenti, e cioè finchè non ti consti, in tua coscienza, che essa avrà bisogno di aiuto. Però, se durante la tua vita ciò non avvenisse, fa in modo di consegnare a Lia, prima della tua morte, l’unito plico che contiene le mie disposizioni testamentarie.
«Sicuro che tu adempirai con coscienza questa mia estrema volontà, ti saluto e mi dico il tuo cugino
«Luigi Asquer.»
Lia era diventata pallida e il foglio le tremava fra le mani. Le pareva di sognare, sebbene in fondo non si meravigliasse dell’atto stravagante con cui lo zio Asquer aveva coronato la sua vita d’uomo dispettoso. Ah, s’egli non avesse fatto questo, quanti dolori risparmiati! Eppure....
Eppure le parve di non serbargli rancore. Ri-