Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/300


— 294 —


*

Il grido dei bambini la riscosse. S’alzò e si scosse le vesti come sollevandosi da un luogo polveroso, ed entrò da loro, ma le loro moine e i loro baci non la confortarono. Una torbida marea di passione le gonfiava le vene, le velava gli occhi. Durante la giornata si trascinò di qua e di là, e alla sera, stanca, frustata dai suoi desideri, tornò nella terrazza, ov’egli l’aveva aspettata la notte prima invano, come invano avrebbe atteso lei d’ora in avanti: e come lui, andò su e giù, a lungo, sotto le stelle, nel velo pietoso della notte....

Le sembrava che una vendetta si compiesse in lei: ella aveva giocato a un triste gioco e perdeva: l’amore si vendicava con tutte le sue furie.

— Perchè ho fatto così? — si domandava ancora.

E adesso la risposta veniva, chiara, crudele. Perchè non amava abbastanza: ma fra pochi giorni, fra poche ore forse, al cader di un’altra sera come quella, la grande passione l’avrebbe vinta: ed ella richiamerebbe l’uomo, come già lo richiamava nella sera dolce piena di stelle....