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m’hai conosciuto: e in tutto questo tempo non hai fatto altro che offendermi con la tua ostilità, e attirarmi e respingermi, e prenderti gioco di me, infine. M’hai baciato e m’hai chiuso l’uscio in faccia.... come fossi un malfattore! E così fai con la vita, tu: l’ami, e la sfuggi. Combattere per te, per renderti felice, è inutile e dannoso.... quasi come il combattere e soffrire per.... quell’altra.... Entrambe egoiste....

— Ah, Piero! — gridò Lia, mortalmente offesa. — Questo poi no! Basta, sì, basta; tu non ragioni davvero. Vattene!

— Sì, me ne vado; è meglio: ci rivedremo quando mi amerai in modo diverso.

La lasciò e s’avviò per scendere.

Lia diventò pallida come una moribonda: aprì le labbra per chiamarlo, ma non poté: un tremito la scuoteva tutta.

Finalmente si decise a scendere e lo trovò nella saletta ancora chiusa, con la valigia in mano, pronto ad andarsene. Nell’avvicinarsi, ella vide la sua figura e quella di lui accigliata e fosca, riflesse dall’invetriata verdognola, e le sembrò di veder due fantasmi incontratisi per caso in un luogo pieno di penombra e di tristezza. Addio; tutto era finito davvero: egli se ne andava da una parte, ella se ne sarebbe andata da un’altra: e di nuovo il deserto in mezzo a loro.

Allora sentì cadere il suo rancore, e prese la mano di Piero, e si curvò, come parlando a quel-