Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 289 — |
— Vattene, Piero: è inutile, non posso venire....
— Lia! Tu ti prendi gioco di me!
Ma la voce insisteva:
— Per pietà vattene! Non svegliare i bambini: va, Piero, va....
Egli non parlò più; ma a lungo Lia lo sentì andar su e giù per la terrazza, furente d’amore e di rabbia.
*
Quando si alzò, al sorgere del sole, lo trovò ancora sulla terrazza, ma pronto a partire. Le sembrò che egli avesse atteso tutta la notte, lì, al l’aperto; era livido in viso, con gli occhi cerchiati e i baffi spioventi: e si meravigliò di trovarlo brutto.
— Parto, — le disse con voce rauca.
Lia lo fissava in viso, triste ma calma.
— Perdonami!
Ma egli le volse le spalle, e come un ragazzo bizzoso andò ad affacciarsi alla balaustrata.
— Non ho nulla da perdonarti! Lasciami; tu non mi ami!
— Piero, — ella replicò, toccandogli lievemente una spalla — tu non credi a quello che dici....
Egli non rispose, e rimasero entrambi silenziosi, per alcuni istanti, come immersi nella contem-
DELEDDA. Nel deserto. | 19 |