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st’abisso, più grande e profondo di quelli del mare, era negli occhi di lui.

— Perchè non vuoi amarmi? — egli disse. — Perchè non vuoi esser mia? Saremo felici, e tu non hai dritto a rinunziare alla felicità. Qualunque donna, al tuo posto, conoscendomi come tu mi conosci, non mi farebbe soffrire così, non si tormenterebbe così.

— Io sono felice! L’amo e mi basta.

— Non è vero! La passione è nei tuoi occhi, Lia: ah, come tu sapresti amare, se volessi! Come saremmo felici.... Lia, Lia.... sii buona, con te, con te, vedi.... Che hai goduto, tu, della vita? Nulla. Lascia che ti ricompensi di tutto. Vedrai! Che importa se il nostro legame è diverso dal solito? È meno forte, per questo? Di che hai paura? Io vivrò per te, vivo già per te! Lia, perchè non mi credi?

Le sue parole e le sue promesse erano dolci come il mormorio delle onde; e tutto intorno era chiaro, dolce, infinito. Il vento di ponente increspava il mare calmo come un lago; a un tratto un piroscafo rosso e bianco apparve piccolo come una barca, sulla linea color malva dell’orizzonte, e lentamente sparì, come affondandosi nelle onde.

Salvador si avvicinò, s’appoggiò alle spalle di Lia e disse:

— Sai dove va quel piroscafo? Al nostro paese. Fra giorni noi saremo là, a guardare, sopra coperta, e tu, di qui, ci farai addio col fazzoletto.