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bambini; ma quando egli fu partito si guardò attorno smarrita. Il veleno dei desiderio serpeggiava oramai nel suo sangue, e tutto, il luogo, il tempo, la lontananza e la stessa docilità di lui contribuivano ad aumentare la sua passione.

Il sabato, non vedendolo arrivare, fu presa da una grande tristezza. Le parve che tutto fosse finito. Il sogno cadeva, spariva come un astro dopo aver compiuto il suo ciclo: e un velo di morte copriva l’anima di Lia.

Avesse almeno scritto! Ma egli non veniva, non scriveva, non sarebbe ritornato più. Tutto era finito.

*

Un giorno arrivò una lettera della zia Gaina.

«Ogni anno, nipote mia, quando torna l’estate, io ti aspetto e prego il Signore che mi dia il conforto di rivederti. Almeno quest’anno potresti deciderti. Qui cominciano le frutta e i ragazzi potrebbero godersela più che nei posti dove li conduci ogni anno. Simone Barca, ritornato da poco dal Continente, dice che là c’è la carestia e che tutto costa caro come nei tempi della guerra. Anche qui, a dire il vero, tutto è rincarato, ma qualche cosa ancora si trova, e chi lavora non soffre la carestia. Ti prego dunque di venire, se vuoi venire, e di non lasciarlo per timore di darmi fastidio. Se ti occorre qualche cosa dimmelo