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— Andiamo a Rimini, allora.

— E perchè non a Ostenda addirittura?

— Andiamo in qualche spiaggia pittoresca, — egli insistè, fissandola. — Penserò io all’alloggio: lei non si preoccupi.

— Non è questione dell’alloggio. Io ed i miei bimbi dobbiamo andare in un luogo modesto e solitario. Lei con noi si annoierebbe..... Mentre ella parlava, egli finiva di sorbire il caffè, senza cessare un istante di guardarla; e quando ella fu per riprendere la tazza le afferrò la mano e gliela strinse forte. Un brivido la assalì, ma tosto si vinse e cercò energicamente di ritirar la mano.

— Perchè non vuole che io venga, Lia? — egli domandò sottovoce, — che le ho fatto? Perchè non vuole? — insistè, balbettando come un adolescente. — Le ho mancato mai di rispetto? Non sono per lei un amico, un fratello? E lei mi sfugge.... lei non mi guarda neppure, lei coglie ogni occasione per rispondermi sgarbatamente.

— Questo non è vero, poi!

— Tanto è vero che lei non ha finito ancora di ripetermi che io mi annoierò dove sarà lei! Certo, se lei si mostrerà così fredda, diffidente e scortese, io mi annoierò! Ma lei non deve mostrarsi più così con me: non c’è ragione, no! Perchè non dobbiamo essere amici, dica? Le ho mai domandato nulla d’illecito? Risponda! Lei è troppo intelligente per capire che non ha nulla da