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— Ma no, — disse Lia, con un senso quasi di protezione, — lei esagera. Stia tranquillo, vedrà che tutto passerà. Eppoi che ha da temere? Che può farle? E se si incontreranno non sarà forse meglio? Se sua moglie la sentirà parlare così, come ha parlato a me, adesso, non insisterà certo nel desiderare una riunione fatale per entrambi.

— Ma non è di riunirsi a me che ella desidera! ella desidera solo di tormentarmi.

— Come può tormentarla, — domandò ingenuamente Lia, — se non si vedranno, se lei non la ama più, se non hanno più ragione di incontrarsi?

Egli si alzò, ad un tratto, senza rispondere, e s’avvicinò ai vetri sempre più luminosi ma d’un riflesso fosco e livido, come d’un fuoco lontano che si spegneva. Allora Lia ripensò ai bimbi; s’alzò anche lei inquieta, e guardò nella strada bianca e gelida, già rischiarata dai fanali, le cui fiammelle tremolavano nel crepuscolo come grandi stelle gialle.

— E i bimbi non tornano! — mormorò come fra sè.

All’improvviso si sentì stringere il braccio e trasalì: ricordò la scena dello studio, ed ebbe paura di sè, della sua debolezza, della pietà che le destava l’uomo; ma egli non fece altro che attirarla un po’ a sè e dirle, guardando lontano:

— Come può tormentarmi? Lei non ha dun-