Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/241


— 235 —

di fascino; perchè è generosa coi poveri, amabile con tutti, mentre con me si è mostrata sempre cattiva, perfida, d’una perfidia costante, raffinata, inesorabile? Fra me e lei non c’è stata mai una scena volgare, ma bastava ch’io esprimessi un desiderio perchè ella ne esprimesse uno opposto al mio. Faceva tutto quello che sapeva contrario ai miei principî, ma sempre in modo da sfuggire ai miei rimproveri. Questo, però, durante gli ultimi tempi, perchè subito dopo il nostro matrimonio s’era mostrata anche buona con me, ragionevole, talvolta persino passiva. Ma gli ultimi anni furono terribili: essa mi odiava, e finii con l’odiarla anch’io: avevo paura di commettere un delitto. Allora.... Lia, le avranno forse raccontato anche questo.... io diventai, in apparenza, uno di quei tanti «viveurs» ridicoli, che passano la giornata in un ufficio e la sera scimmiottano i veri e grandi «viveurs». Ci separammo di nuovo, o meglio fu lei a scappare, come io in fondo desideravo. Ritornò presso suo padre, e si finse così bene vittima, che anche i miei parenti, dopo il racconto che ella fece loro di tutte le mie iniquità e delle mie aberrazioni, han preso a considerarmi e a disprezzarmi come un mostro. Mia sorella, per il dispiacere, cadde ammalata. Anche da lontano mia moglie esercita su di me il suo fascino malefico. Pensando a lei sento un senso di ripugnanza, di antipatia fisica, di angoscia profonda. Forse non tutti i torti sono stati