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III.
Per nulla al mondo Lia sarebbe tornata ad Anzio, in quella spiaggia che aveva conosciuto la sua felicità e la cui sabbia le pareva dovesse ancora conservare le orme del suo povero Justo. D’altronde la vita ad Anzio costava troppo; ella quindi cercò altrove, e la serva le indicò una spiaggia poco frequentata e la casetta d’una donna che era stata sua compagna di servizio. Lia decise di partire agli ultimi di giugno, e la domenica prima della partenza entrò dal Guidi che in quei giorni, forse a causa del caldo, era molto nervoso e non dimostrava più alcun interesse per la sua padrona di casa.
— Bisogna che l’avverta, — disse, fermandosi timida e corrucciata accanto all’uscio, mentr’egli, che stava ancora a letto e leggeva, sollevava gli occhi guardandola con una certa sorpresa.
— Io e i bimbi partiamo il ventinove. Andiamo un po’ al mare. La donna verrà puntualmente tutt’i giorni per il servizio.
Egli non protestò: solo disse:
— Avrei bisogno anch’io un po’ di aria di mare. Pazienza: dove va, signora Lia? Ha trovato una bella casa?
— Andiamo in una casetta modestissima: due