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— Quella donna era tua madre! Ma essa era una donna fina, e a Luisi Asquer, che possedeva denaro ed era impiegato governativo, preferì tuo padre, che era un semplice proprietario. Ma tuo padre non era un egoista. Lia, consolazione mia; tuo padre era di animo buono, era generoso, tento generoso che morì povero. E tua madre lo preferì a quel pazzerello che per dispetto non tornò più al paese e non scrisse più, non si fece più vivo. Soltanto adesso egli si ricorda di te. Ma tu, rosa mia, tu mi darai retta, e neppure gli risponderai. Lascia che egli muoia solo e abbandonato come una fiera nel deserto!

— Solo! — disse Lia, sprezzante. — Come può esser solo in una città come Roma? Non è il nostro villaggio!

— Anche tu ce l’hai col nostro villaggio! Sì, tu parli spesso come parlava lui. E allora va! Io non sono mai stata in quei posti, ma son certa che si sta peggio che qui: e se tu andrai son certa che ti pentirai subito.... pensaci bene.

— Appunto: ci voglio pensar bene. Non sono una bambina; intanto, vi prego, non parlatene con nessuno.

— Io non sono abituata a chiacchierare con le vicine! — esclamò la donna; poi tacque e fece il muso lungo, come tutte le volte che si riteneva offesa.

Lia si alzò e si mise a passeggiare su e giù per il sentiero tracciato fra le macchie. Era ri-