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lite e sua moglie s’era messa la dentiera; il parroco aveva fatto testamento a favore della Chiesa.
— Tanto valeva che egli avesse fatto il servizio gratis; poichè non intendeva lasciar i suoi guadagni ai nipoti.
Nei giorni seguenti Lia, non sapendo come passare il tempo, andò a far qualche visita: Salvador l’accompagnava e in breve diventò popolare, acquistandosi però cattiva fama perchè ovunque entrava frugava ogni cantuccio e in casa di donna Rosalia Borrotzu domandò un fico d’india e in un’altra casa mangiò pane e formaggio assieme coi servi che facevano colazione: egli dunque era un bambino sfacciato; e a Roma non doveva mangiare abbastanza frutta, e probabilmente si nutriva di cibi grossolani.
Dovunque andava, Lia subiva lunghi ed abili interrogatori sulle sue condizioni finanziarie, e tutti le lasciavano capire la loro compassionevole inquietudine per il suo avvenire: che avrebbe ella fatto se suo marito si ammalava, o moriva? Un giornalista, per tutta quella buona gente, era quasi come un giornaliero, cioè uno che lavora a giornata: persino i loro nomi si assomigliano, ed entrambi mangiano solo quando lavorano! Invano il nipote del parroco, che era corrispondente della «Nuova Sardegna» difendeva i suoi colleghi e diceva che certi giornalisti guadagnano quanto i ministri: donna Rosalia