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con me. Che fai tu qui, sagrestano? — mi dicevano. Faccio il fatto mio. E si burlavano di me e dicevano: noi non sappiamo come Simone Sole possa sopportare la tua compagnia. Va, prendi una bisaccia e va coi mendicanti a domandare l’elemosina nelle feste campestri. Finirono col farmi arrabbiare. Tu sai che non mi arrabbio mai, Simone, ma quando mi arrabbio mi arrabbio. Hanno avuto paura di me e se ne sono andati; ma per un momento ho creduto che tornassero e mi uccidessero. Allora mi sono allontanato anch’io.

Immobile, curvo ad ascoltare, adesso era Simone che taceva, guardando intento il compagno, il cui raccontro gli sembrava strano e incompleto.

— No, — disse alla fine, — tu mi imbrogli, Costantì! Apri gli occhi e guardami: dove sei stato?

Costantino si sollevò sul gomito e lo fissò negli occhi.

— Che t’importa? E tu, dove sei stato, tu?

Ricadde, con la testa sul braccio, e chiuse gli occhi; allora Simone ricordando