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Così le ore passarono, e tornò la sera, con la luna e i grandi sospiri dell’aria che davano un misterioso turbamento allo cose: i profili delle roccie, sulla china del monte, parevano visi umani rivolti a guardare il cielo: le stelle stavano loro vicino ma non si decidevano a toccarli; tutto era sospeso, tutto nella sua immobilità aspettava, anelava a qualche cosa che ora imminente ma non veniva mai.
Simone aveva a lungo dormicchiato, dopo il bagno ed il pasto, e stava di nuovo nella nicchia sopra la grotta, aspettando il compagno: ora più quieto, ma nello stesso tempo più turbato dal pensiero di Marianna.
— Ieri notte a quest’ora eravamo assieme.... — e gli pareva di affondare il viso tra lo ginocchia di lei e aveva desiderio di mordergliele. — Che idiota sono stato! Ma a Costantino dirò bene che l’ho baciata. Eccolo che finalmente, grazie a Dio, arriva, quel diavolo lento.
Lo riconosceva dal passo, un passo cauto ma non agile e sicuro come il suo, e