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— Di chi parli? Di Simone? Poteva farsi vedere ancora: lo abbiamo forse trattato male?

— Male? Lo avete trattato come un re, cugina cara! Solo, sta attenta a te; non dargli troppa libertà.

— Io non ho mai dato libertà a nessuno e non ho bisogno di nessuno! — lei replicò subito, sdegnosa, — del resto sei stato tu a consigliarmi di riceverlo bene.

Sebastiano se ne aiutò placato, ma lei rimase inquieta, offesa per le insinuazioni di lui, e in fondo felice per la vicinanza di Simone.

Verso sera s’aggirò un po’ di qua e di là nel prato, assistendo al rientrare delle vacche dal pascolo. L’erba folta, nel silenzio sereno della tanca, vibrava tutta di canti di grilli e i più piccoli rumori avevano un’eco profonda.

Ella credeva sempre di sentire un passo in lontananza. Andò un poco oltre il boschetto di elci, fino ad un’altura dalla quale si dominava il sentiero; non era stata mai così lontana, sola, di sera. Si domandò il perchè di tanto ardire. La risposta le