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la particola fra le dita, e le sembrava di rivedere la luna sopra i monti e l’albero che scintillava come una sfera. Poi tutto fu silenzio. Una mano le si posò sulla testa; Simone la chiamò una terza volta.

— Marianna!

Si alzò e vide che il prete, ancora con la stola, fissava su lei i vividi occhi scuri.

— Marianna, — le disse, — Simone vuole consegnarti un anello che deve essere portato da te a Nostra Signora del Miracolo. Cercalo: è nella cartucciera.

Ella attraversò la stanzetta e sollevò la pesante cartucciera dalla panca ove l'aveva deposta col cappotto e la cintura di lui; l’aprì, e nella borsetta interna trovò l’anello.

Il cerchio era annerito, ma il diamante brillò nell’ombra e tutti, nella stanzetta, lo videro.

Marianna lo portò sulla palma della mano e l’offrì al prete; e questi lo prese fra due dita e lo fece vedere a Simone.

— È questo?

— È questo.

Gli occhi di Marianna scintillarono come il diamante: il suo cuore, intendeva tutto.