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Poi le donne furono ammesse nella stanzetta: Marianna si avanzò rapida per riprendere il posto accanto a Simone, ma subito ricordò che c’era la madre e si scostò.

D’altronde bisognava preparare per la comunione al ferito: trasse fuori una tovaglia e la distese, doppia, sul tavolo, poi andò a prendere il lume della cucina per fare un po’ più di luce; quando rientrò vide che la madre aveva portato un piccolo cero e lo teneva acceso fra le dita come uno stelo pallido dal cui fiore d’oro cadevano dei semi di perla.

Anche gli uomini entrarono e s’inginocchiarono in fondo alla stanzetta, a testa nuda, con la berretta in mano. La porta rimase aperta e la luna vi stese davanti un drappo d’argento. Di fuori l’usignuolo cantava.

Dopo aver aiutato il prete a sollevare Simone, Marianna s’inginocchiò nello stretto spazio fra il lettuccio e la parete, con la mano ferma dietro il guanciale e la fronte sulla coltre. Sentiva le parole del prete chino sulla bocca del moribondo con