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a metà, con la bocca di nuovo piena di sangue e di disgusto.
Il prete gli mise una mano sul petto, lo costrinse dolcemente a rimettersi giù, gli asciugò il sangue dalle labbra.
— Pride Fenu.... Pride Fenu.... — egli mormorò ansando, — c’è altro....
Il prete volse la testa per ascoltarlo.
— Ho rubato.... in chiesa.... Ho rubato un anello col diamante.... a Nostra Signora del Miracolo.... È lì.... nella cartucciera.
Il prete corrugò la fronte, meravigliato e quasi offeso: i banditi non rubano mai nelle chiese.
— Perchè hai fatto questo, Simone?
— Volevo darlo ad una donna, in pegno di fede.
— Ebbene, tu mi consegnerai l’anello e lo riporterò io a Nostra Signora del Miracolo.
— No; lo vorrei consegnare.... consegnare a Marianna.... perchè lo riporti lei.
— Va bene: lo consegneremo a Marianna perchè lo riporti lei. Altro, Simone?
— Nulla.
Allora il prete si fece il segno della croce e finì di pronunziare l’assoluzione.