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Il servo, tranquillo, disse al padrone:
— Giacchè c’è Sebastiano, uno di noi può andare.
Zio Berte entrò allora da sua figlia. Simone era appena rinvenuto e si guardava attorno, tentando di sollevare la testa: Marianna gli aveva preso la mano e la stringeva fra le sue, aspettando ansiosa ch’egli parlasse ancora; ma gli occhi di lui si velavano, la testa si riabbandonava pesante sul cuscino e il sonno mortale dal quale si era appena scosso lo vinceva di nuovo.
— Marianna, — disse il padre, toccandole la spalla col dito, — bisogna decidersi sul da fare.
Ella trasalì.
— Fate voi quello che occorre.
E zio Berte tornò di là.
— È rinvenuto ma delira; la febbre lo brucia. Bisogna avvertire in casa sua.
— Che ha detto la padrona? — domandò il servo, curvandosi per stringere lo sprone.
— Nulla ha detto; ma qui non occorrono ordini. Va difilato in casa di Simone e dici come stanno le cose. Su!