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s’allontanava: e dai soveri grigi che parevano di pietra, cadevano gocce d’acqua che gli sfioravano il viso e le mani.

Riprese a camminare; ma non si sentiva più tanto soddisfatto; pensava a Marianna, allo spavento e al dolore di lei nel ritrovare Simone morto o ferito: e gli pareva di sentirne il grido; un grido che lo feriva alle spalle e lo spingeva in avanti nella sua fuga e in pari tempo lo prendeva al collo come un nodo scorsoio lanciato di lontano e lo tirava indietro.

Marianna gli gridava:

— Vile, vile!

Tornò a fermarsi.

— Vile, a me? a me che rischio la libertà e la vita per difenderti?

Riprese a camminare; ma lo sdegno gli piegava le ginocchia; e sollevava la testa e la mandava indietro sul collo come se davvero quel nodo scorsoio lo tirasse, soffocandolo. Lottò così per un bel tratto, e più andava avanti più si vergognava d’essere fuggito. Tornò indietro di qualche passo; di nuovo si fermò; non sapeva più se andare avanti o indietro; si vergognava di una