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terna cominciò a gridare ch’era stata ingiusta, che aveva detto una cosa sanguinosa e falsa rinfacciando a Simone la sua povertà davanti a lei ricca. Era stata anche lei vile, rispondendo alle proteste e alle difese di lui solo con un insulto: ecco che erano pari un’altra volta. Potevano correre finchè volevano: dovevano seguire sempre la stessa via e ritrovarsi sempre vicini nelle soste.

Intanto egli era scomparso nel bosco. L’ombra del crepuscolo parve cadere dietro di lui.

Marianna sollevò gli occhi: vide il cielo tutto schiarito, d’un azzurro verdognolo, con la luna grande, rosea, sopra il bosco ancora grave d’acqua. Vide il prato davanti a lei riflettere come uno stagno il chiarore lunare. Nel silenzio improvviso sentiva sempre, chiaro, il passo di Simone. E lo seguiva con angoscia, pensando in cuor suo che egli si allontanava per sempre; ma in fondo, dentro un luogo ch’era più profondo del cuore, sentiva che ancora una volta la paura ch’egli si allontanasse per sempre la ingannava. Sì, egli correva, fuggiva; ma