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na con quella sola parola gli aveva scavato nel cuore.
Ma lo sguardo di lei lo frenava. Ella non cessava di guardarlo, silenziosa, con la testa reclinata un po’ a destra: quell’atteggiamento gli ricordava Costantino e gli pareva che anche Marianna sapesse tutto, che lo avesse seguito passo passo in quei mesi di errori e di servitù mille volle peggiore della servitù antica, e lo guardasse dal fondo della sua coscienza. Abbassò la testa e fra il ronzio delle orecchie gli parve di sentire una voce ch’era quella di lei, o quella di Costantino, o quella di Bantine Fera, o forse la sua voce stessa, che gli ripeteva la parola di Marianna.
Allora balzò di nuovo, inferocito contro sè stesso e fuggì, attraversando di corsa il prato.
E solo allora Marianna cominciò a tremare. Credette ch’egli andasse a farsi del male e il suo primo istinto fu di seguirlo o di gridargli che si fermasse; ma l’orgoglio la teneva ferma, muta, inchiodata alla porta. Subito però anche a lei una voce in-