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volta pari, pari nell’orgoglio e nel dolore come lo erano stati nella servitù e nell’amore.

— Marianna, — egli disse, fermo davanti a lei, così vicino che le bagnava le vesti con le sue vesti bagnate, — tu hai detto per me una parola che devi ritirare.

Marianna lo guardava senza rispondere, stringendosi alla porta, decisa a non aprire anche se l’uomo avesse tentato di farle del male.

— Rispondi, Marianna; perchè non rispondi? Vedi che sono qui e che non sono un vile.

Ella sorrise lievemente, un poco beffarda, guardando lontano e intorno come per scrutare quali pericoli egli aveva attraversato: allora egli le afferrò i polsi, la tenne inchiodata alla porta, parlandole sul viso:

— Rispondi! Perchè hai detto che sono un vile? Ti ho fatto del male, io? Potevo fartene, quella sera, qui, e poi in casa tua, e poi sempre, in qualunque posto, e anche adesso potrei fartene, e non lo faccio, lo vedi che non lo faccio. Lo vedi? Rispondi.

Ella lo guardava di nuovo, con gli occhi