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guardare fuori; tutto l’orizzonte ormai formava una nuvola sola, ondeggiante; il vento spingeva e respingeva l’erba del prato coperta d’acqua: pareva che anche la terra oscillasse.

Marianna finalmente si scosse: le era parso di sentire, tra il fragore dell’uragano, un passo che il suo cuore si ostinava ad accompagnare col suo palpito. E s’era fatta rossa, dapprima per il turbamento, poi per la vergogna del suo turbamento. Avrebbe voluto prendersi il cuore entro il pugno e schiacciarlo e spremerne come da un grappolo il sangue più vivo: eppure continuava a sentire il passo, e si sollevò sulla punta dei piedi per veder meglio fuori.

Il padre s’accorse subito dell’inquietudine di lei.

— Non preoccuparti per questo tempo, — disse timidamente. — Non dura. E non pensare a partire così; dà retta a chi ti vuol bene.

Marianna non lo ascoltava neppure: sentiva sempre il passo, e le pareva che qualcuno le camminasse sopra la testa percotendola col calcagno insistente. Il padre finì